Chi è che non ha mai ceduto allo sguardo implorante del proprio cane facendogli assaggiare qualche dolcetto? Ma quando si tratta di cioccolata bisogna davvero stare attenti: il cioccolato è velenoso per i cani.

Quello tra cani e cioccolato è un rapporto pericoloso: per quanto irresistibile per il nostro animale domestico, l’ingestione accidentale o meno di quest’alimento può avere conseguenze gravi.

L’avvelenamento da cioccolato è una delle intossicazioni più comuni nel cane e può talvolta risultare addirittura letale.

Perché il cioccolato è tossico?

Il cioccolato contiene due alcaloidi, la teobromina e la caffeina, che messi insieme sono estremamente tossici per l’apparato gastroenterico, i reni, il cuore e il sistema nervoso dei cani, i quali metabolizzano queste sostanze molto più lentamente rispetto all’uomo. Ciò porta ad una maggiore sensibilità agli effetti tossici delle sostanze chimiche contenute nell’alimento.

Quale e quanto cioccolato fa male al cane?

Più cacao è contenuto nel cioccolato e più alta sarà la concentrazione di teobromina e caffeina: il cioccolato fondente quindi ne contiene di più rispetto al cioccolato al latte, mentre il cioccolato bianco ne è quasi completamente privo. Il cioccolato bianco non contiene il cacao: la concentrazione di questi due alcaloidi è trascurabile e quindi il cane non può intossicarsi con questa tipologia di cioccolato; rimane comunque un alimento da evitare in quanto molto grasso e ricco di zuccheri.

Segni di tossicità sono descritti nei cani a partire dall’assunzione di 20 mg di teobromina ogni chilogrammo di peso corporeo; segni più gravi si iniziano a manifestare già dopo l’assunzione di 40-50 mg/kg, mentre la dose letale è di 100-200 mg/kg. Per i gatti le dosi sono ancora più basse!

Attenzione però, perché si sta parlando di sostanza tossica contenuta all’interno del cioccolato in base al tipo e non di cioccolata assunta!

Aldilà della dose letale, è importante ricordare come nell’animale insorgano disturbi seri già a dosi nettamente inferiori e in base alla taglia dell’animale: in un cane di piccola taglia, per esempio, sono in genere sufficienti 20-30 grammi di fondente per scatenare i primi segni clinici.

Sintomi

Se ti accorgi che il cane ha mangiato del cioccolato, non aspettare di vedere comparire sintomi, rivolgiti subito al veterinario che fornirà indicazioni su come procedere, anche perché i sintomi compaio dopo 6-12 ore dall’assunzione.

Inizialmente si manifestano:

  • vomito
  • diarrea
  • aumento della sete (polidipsia)
  • irrequietezza.

Se non si interviene la condizione progredisce con segni più gravi:

  • iperattività
  • respiro affannoso
  • poliuria (aumento della quantità di urine prodotte)
  • tremori e contrazioni muscolari.

Nei casi ancora più gravi:

  • convulsioni
  • ipertermia
  • coma.

Cosa fare se il cane ha ingerito cioccolato?

Rivolgersi il prima possibile al veterinario! Non esiste un antidoto specifico ma il veterinario metterà in atto delle procedure volte a ridurre l’assorbimento delle sostanze velenose e a contrastarne gli effetti tossici, che solitamente includono una lavanda gastrica e/o la somministrazione di medicinali per contrastare i sintomi dell’avvelenamento (ad esempio antiaritmici ed anticonvulsivi) e fluidi per prevenire la disidratazione indotta da diarrea e vomito.

Le possibilità di salvare l’animale dipendono dalla quantità di cioccolato ingerito in rapporto al suo peso e dalla tempestività degli interventi terapeutici, oltre ovviamente dallo stato di salute precedente all’avvelenamento. In presenza di segni di tossicità, il cane ha una buona prognosi se il trattamento viene somministrato entro 4-6 ore dall’ingestione. Tuttavia, gli effetti del cioccolato possono durare dalle 12 alle 36 ore.

Se è il mio gatto ad aver ingerito cioccolato?

Innanzitutto i felini sono poco attratti dal dolce e dal cioccolato, a differenza dei cani, quindi è meno probabile un’intossicazione in questa specie. In ogni caso, la dose tossica nei gatti è addirittura più bassa rispetto al cane, quindi sono necessari meno dei 20 mg/kg di teobromina per avere segni di tossicità. Questo perché il gatto possiede un lento metabolismo epatico, per alcune sostanze, tra cui appunto la teobromina; questo si traduce nel fatto che la sostanza non viene degradata e eliminata dall’organismo ma rimane più a lungo in circolo nella sua forma attiva ed è causa dei vari effetti tossici che osserviamo anche nel cane.

Dott.ssa Clarissa Falchi

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