GIORNATA SOLIDALE PER L’ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA

Farmavaldera sostiene ed è sensibile verso molti progetti solidali del territorio.

Il 50% degli incassi delle nostre farmacie di sabato 3 giugno sarà devoluto a sostegno delle persone e delle comunità colpite dall’alluvione.

OSSI AL CANE: SI’ O NO?

Nell’immaginario comune il cane è sempre rappresentato con un osso al suo fianco e guardando alle diete casalinghe del passato, basate sugli avanzi di cibo, il cane si trovava spesso a mangiare ossi di vario genere! La domanda è: si tratta di un comportamento giusto o sbagliato?

Partiamo dal dire che gli ossi possono essere dati al cane in quanto svolgono svariate funzioni nella sua vita:

  • Sono fonti di calcio e di fosforo
  • Appagano il bisogno primario della masticazione, che rilassa il cane e favorisce il rilascio di endorfine
  • Aiutano a mantenere i denti puliti e forti

Tuttavia, bisogna usare una certa cautela e seguire alcune preziose regole.

NON SONO SOLO UN GIOCO

Il loro ruolo è quello di integrazione, non soltanto di calcio e fosforo ma anche di altri sali minerali, oltre a essere utilissimi per mantenere puliti e ben saldi i denti. Non consideriamo quindi un osso solo un gioco, ma come parte integrante della dieta a tutti gli effetti, senza eccedere nelle dosi. È buona regola darli sempre lontano dal pasto, questo perché il cane impiega molto tempo a digerirli (anche giorni) e quindi è bene che lo stomaco sia vuoto per evitare di appesantirlo. Se il vostro cane mangia abitualmente secco, cioè le classiche crocchette, sarebbe buona regola darglieli saltuariamente: il cibo commerciale è già completo di sali, quindi, la somministrazione di un ulteriore dose di questi elementi potrebbe squilibrare la dieta in eccesso, provocando potenzialmente danni.

DARE SOLO OSSI CRUDI

Gli ossi possono essere somministrati solo ed esclusivamente crudi! Essendo infatti costituiti da sali minerali, tessuto connettivo e collagene, con il processo di cottura perdono l’elasticità e tendono a rompersi e scheggiarsi facilmente e quindi provocare gravi danni sia allo stomaco che all’intestino; i più frequenti sono:

  • abrasioni esofagee, gastriche e intestinali, causate del passaggio degli ossi contro la mucosa digerente
  • perforazione, nel caso in cui gli ossi diventino schegge e causino una comunicazione tra stomaco/intestino e la cavità addominale
  • occlusione intestinale, causata dall’impossibilità degli ossi ingeriti di transitare agevolmente
  • enteriti da batteri, i quali sono veicolati direttamente dall’alimento e trovano nell’intestino l’ambiente ideale per proliferare ed eventualmente provocare un’infezione.

Quindi mai dare al cane gli scarti da tavola, come gli ossi delle cosce di pollo arrosto o l’osso di una bistecca!

QUALI OSSI EVITARE

  • Gli ossi di maiale: la carne di maiale cruda può trasmettere il Morbo di Aujeszky o pseudorabbia, quindi anche lo stinco e, per lo stesso motivo, gli ossi di cinghiale;
  • gli ossi nudi: sono gli ossi senza carne, quelli non polposi, tra cui gli ossi di prosciutto, che oltre ad essere nudi sono anche eccessivamente salati;
  • ossobuco: la forma è molto pericolosa e rischia di rimanere incastrato in bocca o in gola;
  • osso della bistecca.

QUALI OSSI POTER DARE

Per essere digeribili gli ossi che si possono dare al cane sono quelli polposi, vale a dire carnosi, ricoperti di carne e di pelle. Gli ossi più usati e idonei sono:

  • ali, colli e carcasse carnose di pollo del quale è possibile usare anche le zampe;
  • il solo collo del tacchino, perché gli ossi di questo volatile hanno una struttura a nido d’ape che può facilmente scheggiarsi anche a crudo;
  • la coda di bovino (manzo, vitello);
  • la testa e le coste accoppiate dell’agnello;
  • gli ossi del coniglio;
  • gli ossi della quaglia.

Tutti sempre rigorosamente CRUDI!

QUANDO NON DARE GLI OSSI AL CANE

  • Particolare attenzione bisogna avere con cuccioli o anziani, i quali hanno maggior difficoltà nella deglutizione e nella masticazione;
  • la somministrazione degli ossi ai cuccioli è da valutare, perché il cucciolo di cane fino ai 6 mesi circa assorbe il calcio dall’intestino senza limitazioni, rischiando così un eccesso che può compromettere il corretto accrescimento e predisporlo a patologie osteoarticolari;
  • cani con difficoltà digestive, o con tendenza a soffrire di gastrite o di infiammazioni intestinali, perché gli ossi sono di difficile digestione e un eccesso indurisce le feci, aggravando ulteriormente la situazione;
  • cani con patologie renali croniche, perché gli ossi polposi contengono molti sali minerali, soprattutto calcio e fosforo, che possono peggiorare lo stato clinico dell’animale;
  • cani eccessivamente voraci, capaci di ingerire ossi interi.

ESISTONO ALTERNATIVE VALIDE?

Una possibilità alternativa agli ossi sono i “masticativi”: snack creati appositamente per favorire la masticazione e consentire la pulizia dei denti del cane. In commercio ne esistono di vari tipi:

  • orecchie essiccate, generalmente di coniglio, bovino o suino;
  • pelle pressata, acquistabile sotto forma di bastoncino o osso;
  • corna di cervo, derivanti dai palchi di questo animale che vengono perse ciclicamente in primavera; questi ossi sono notoriamente più resistenti e meno soggetti alla rottura;
  • latte di yak, in forma di barrette disidratate. Questo alimento, oltre ad essere particolarmente dure, è pieno di vitamine, proteine e calcio e risulta quindi molto nutriente.

Non va dimenticato che la masticazione è uno dei comportamenti più frequenti del cane, attraverso il quale riesce a diminuire i livelli di stress a mantenere allenati i muscoli della bocca.  
In ogni caso, la masticazione è una funzione fisiologica molto importante: osso o alternativa, l’importante è che il vostro cane possa avere quotidianamente qualcosa da rosicchiare!

Dott.ssa Clarissa Falchi

Assegnata a Martina Genovese la prima borsa di studio in nome della dottoressa Irene Fabiani.

«Oggi consegniamo la nostra prima borsa di studio dedicata a Irene Fabiani – hanno detto il presidente di Farmavaldera Alberto Mangini e la direttrice Carla Pucciarelli –. Irene per noi è sempre stata un punto di riferimento e continua a esserlo ancora oggi. Questa è una giornata di gioia perché premiamo una giovane studentessa universitaria di Ponsacco, Martina Genovese, che ha deciso di cominciare questo percorso. Il nostro impegno nei confronti di Martina sarà non solo di supportarla economicamente negli studi, ma anche un tutoraggio per aiutarla a scegliere la sua carriera oltre gli studi».

Una borsa di studio nata da una convenzione tra Farmavaldera e Unipi, con l’obiettivo di investire sui giovani del territorio, valorizzando il percorso di studi in farmacia in ricordo della dottoressa Fabiani, stimata e preziosa collaboratrice della farmacia delle Melorie prematuramente scomparsa nel luglio 2021. Una convenzione quinquennale che prevede un sostegno nel pagamento delle tasse di iscrizione per l’intero percorso di studio dello studente più meritevole e residente in uno dei Comuni proprietari della società di gestione delle farmacie comunali: Ponsacco, Capannoli, Pomarance e Santa Maria a Monte.

«Porto i complimenti a Martina da parte di tutta l’amministrazione comunale – ha concluso l’assessore al sociale del Comune di Ponsacco David Brogi –. È un grande onore per noi sapere che la prima beneficiaria di questa borsa di studio è una ragazza di Ponsacco. A Martina auguro di riuscire a crearsi il proprio futuro nella bellezza, in quello in cui crede. La invito a continuare a studiare e far pratica il più possibile e a rubare il mestiere con gli occhi, ogni volta che ne avrà la possibilità».

Presenti anche i familiari di Irene Fabiani a cui tutti si sono stretti in un abbraccio simbolico.

PROTEGGI I TUOI ANIMALI DAI PARASSITI

Pulci, pidocchi, zecche e zanzare, ma anche pappataci e mosche cavalline: i parassiti di cane e gatto sono diversi, ma quasi tutti fastidiosi e potenzialmente pericolosi. Si tratta di veri e propri veicoli di malattie e patologie anche molto gravi che possono compromettere la salute dei nostri animali. Saperli riconoscere, individuarne l’habitat e prevederne il comportamento è la strategia migliore per adottare le giuste contromisure e proteggere la salute dei nostri amici a quattro zampe.
Diamo quindi un’occhiata ai principali parassiti degli animali domestici, analizzandone le caratteristiche e i rischi di una possibile infestazione.

Partiamo dai parassiti del cane più noti: le pulci

Le pulci del cane e del gatto sono piccoli, quasi invisibili, insetti che possono infestare i cani e i gatti e depositarsi nella casa dove gli animali vivono, dando il via a un circolo vizioso di morsi e prurito.  Le pulci adulte vivono esclusivamente sul cane e sul gatto, mentre nell’ambiente dove vive l’animale si svolge il resto del loro ciclo, costituito dalle forme immature (uova, larve e pupe). In assenza di un animale da infestare, le pulci possono sopravvivere nell’ambiente, protette all’interno del bozzolo, fino a un anno.

Le pulci adulte sono attive soprattutto tra la tarda primavera e l’inizio dell’autunno, ma possono resistere anche agli inverni più miti. Si tratta di parassiti molto difficili da vedere ad occhio nudo, quindi scoprire se è in corso un’infestazione da pulci sul gatto o sul cane non è sempre facile. Esistono tuttavia segnali da non trascurare. Tra i sintomi sospetti, si ricordano:

  • Puntini neri sul pelo
  • Prurito costante, prevalentemente concentrato nella zona della testa, del collo, delle orecchie e nella regione dorsale
  • Irrequietezza: il gatto o il cane si strofinano o scuotono la testa, si mordicchiano il pelo o si leccano insistentemente

Le pulci sono responsabili di alcune pericolose malattie nei cani e nei gatti, tra cui la dermatite allergica da pulci (chiamata “DAP”): in alcuni soggetti la sensibilizzazione verso i componenti anticoagulanti della saliva delle pulci provoca dermatiti così violente che il prurito porti i cani a provocarsi gravi lesioni da grattamento.

Procediamo con un altro dei parassiti del cane più diffusi: le zecche

Le zecche sono dei parassiti che svolgono gran parte del loro ciclo nell’ambiente e salgono sull’animale per compiere il pasto di sangue: si attaccano alla pelle attraverso il rostro e succhiando il sangue possono arrivare ad aumentare le proprie dimensioni fino a raggiungere il triplo della loro dimensione iniziale. Si tratta di parassiti che prediligono le temperature miti e gli ambienti umidi e ombreggiati, ma si possono trovare ovunque: sia fuori, tra le cataste di legna, che in casa, ad esempio dietro il battiscopa, tra le fessure dei muri o nelle cavità delle tapparelle. Sebbene il cane sia il suo ospite primario, può infestare anche altri mammiferi, uomo compreso.

Le zecche sui cani causano anche sintomi specifici, localizzati nella sede del morso. L’area è infatti interessata da un prurito intenso e costante, al quale può accompagnarsi un eritema circoscritto. È bene ricordare sempre come comportarsi quando si trova una zecca sul cane: mai strapparla direttamente (il rostro potrebbe rimanere infilzato nella cute creando problemi), ma bagnarla con dell’olio e dopo poco è possibile tirarla via dolcemente. Le zecche respirano attraverso la pelle e l’accortezza di bagnarle con l’olio facilita il distacco totale.

Questi parassiti possono trasmettere ai nostri amici a quattro zampe malattie ancor più gravi di quelle inoculate dalle pulci: la Babesiosi e la Ricketziosi, e anche gravi zoonosi all’uomo (come la Malattia di Lyme e la Febbre Q).

Le zanzare

Le zanzare hanno un corpo esile e allungato, che difficilmente supera i 10 mm. Le femmine sono dotate di un particolare apparato boccale, che permette di pungere l’ospite e prelevarne il sangue. Il periodo di attività principale è in primavera ed estate. Nel cane, le zanzare sono vettori dei vermi nematodi Dirofilaria, responsabili della Filariosi Cardiopolmonare, malattia molto pericolosa e potenzialmente letale. La Filariosi è una patologia caratterizzata dall’infestazione del cuore ed i vasi polmonari da parte di parassiti che da adulti diventano dei veri e propri “fili” lunghi fino a 30 cm.

I flebotomi

I flebotomi (o pappataci) sono piccoli insetti con grandi ali e, come le zanzare, si attivano esclusivamente col crepuscolo e solo le femmine sono ematofaghe. Trascorrono la giornata in spazi freschi, ombreggiati e ben aerati, come nelle fenditure dei muri, cantine, soffitte, tane e cucce, mentre nelle ore serali e notturne pungono indistintamente uomini e animali a sangue caldo.

Spesso è difficile individuarli: oltre ad agire al buio, i pappataci pungono silenziosamente, senza emettere sibili o ronzii che potrebbero preannunciarne l’arrivo, ecco da dove arriva il loro nome! Sono generalmente più attivi tra maggio e ottobre, anche se i cambiamenti climatici ne stanno estendendo l’habitat e la stagione di attività. I flebotomi possono trasmettere al cane diverse malattie, tra cui la leishmaniosi, particolarmente grave e difficile da curare.

Come proteggerci da tutti questi nemici?

Innanzitutto, è bene prestare attenzione all’ambiente in cui vive il nostro animale domestico, assicurandosi che sia pulito e sano. In caso di sospetta infestazione ambientale da forme immature delle pulci del cane (uova, larve e pupe) è consigliabile seguire alcuni accorgimenti:

  • Utilizzare spesso l’aspirapolvere per rimuovere il maggior numero possibile di forme immature nelle zone frequentate dall’animale (tappeto, divano)
  • Lavare regolarmente materassini e coperte utilizzate dall’animale
  • Falciare il prato, raccogliere e gettare le foglie e i rami tagliati
  • Controlli periodici: esaminare il cane e il gatto verificando la presenza di zecche o pulci.

Oltre a questi importanti accorgimenti, non sempre sufficienti soprattutto se il cane o il gatto stanno anche all’aperto, ci sono gli antiparassitari.

Gli antiparassitari presenti sul mercato si trovano in diverse formulazioni: collari, pipette, spray e compresse appetibili masticabili. Il dosaggio dei principi attivi varia in base al peso del cane o del gatto, ed alcuni prodotti necessitano della ricetta veterinaria. I collari forniscono una copertura di 8 o 12 mesi in quanto rilasciano gradualmente il principio attivo sul manto dell’animale, mentre le altre forme assicurano generalmente una protezione di 4 settimane.

Si tratta di prodotti che agiscono sia per la prevenzione che per il trattamento delle infestazioni da pulci e zecche; quindi, anche gli ospiti indesiderati eventualmente presenti vengono uccisi entro massimo 48 ore dal trattamento, e riducono indirettamente il rischio di trasmissione di malattie. Per quanto riguarda flebotomi e zanzare, gli antiparassitari hanno un’attività repellente (anti-puntura). Le pipette vengono applicate direttamente contro la cute scoperta, preferibilmente alla base della testa e tra le scapole, in due o quattro punti diversi, a seconda del peso corporeo. 
Avvertenze importanti: applicare su cute integra e non usare nei cuccioli di età inferiore a 7 settimane.

Dott.ssa Clarissa Falchi

LA PULIZIA DELLE ORECCHIE NEI NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE

Mantenere orecchie, denti e occhi ben curati è molto importante per il benessere dei nostri amici a quattro zampe, non solo per aiutarli ad avere un bell’aspetto ma soprattutto per prevenire alcuni disturbi che possono diventare davvero molto fastidiosi. Per questo motivo, sarebbe buona regola abituare cani e gatti alla pulizia di orecchie, denti e occhi fin da cuccioli, come occorrerebbe fare anche con la toelettatura, per non permettere loro di associare queste pratiche a qualcosa di negativo e stressante.

In particolare, le orecchie del cane e del gatto tendono a sporcarsi con facilità perché il cerume, secrezione naturale dell’animale, fa scivolare fuori dal condotto uditivo cellule morte, peli in eccesso, sporcizia, fango e terra accumulate stando all’aperto, e possono essere nido di parassiti quali pulci, zecche, acari e pidocchi.

Per alcune razze canine, l’apparato uditivo è un vero e proprio punto debole: ne sono un esempio i cocker, i labrador, i bassotti e tutti gli altri esemplari con orecchie “cadenti”, la cui conformazione favorisce il proliferare degli agenti patogeni. Anche i barboncini e, più in generale, i cani a pelo riccio sono particolarmente sensibili, spesso soggetti a episodi di ipertricosi auricolare, cioè pelo che ostruisce il condotto uditivo; in questi casi è consigliabile tagliare loro il pelo regolarmente. I pastori tedeschi hanno problemi collegati a una sovrabbondante produzione di cerume, che a sua volta è alla base della formazione del catarro auricolare.

Per quanto riguarda invece il gatto, siamo soliti pensarlo come un animale indipendente, soprattutto nelle operazioni di pulizia, ma ci sono delle zone del suo corpo che riesce a raggiungere con più difficoltà e tra queste proprio le orecchie.

OGNI QUANTO PROCEDERE CON LA PULIZIA?

Se non ci sono particolari esigenze legate alla razza canina o ad eventuali patologie, è in genere sufficiente pulire le orecchie una o due volte al mese. Naturalmente, la frequenza cambia in base allo stile di vita dell’animale: se passa molte ore all’aperto o viene portato spesso a camminare o a correre, la pulizia delle orecchie dovrà essere ripetuta più spesso. Nei cani predisposti “per natura”, la pulizia quotidiana è quasi un obbligo.

Le condizioni che richiedono una pulizia frequente e ben fatta sono:

  • Eccessiva produzione di cerume, caratteristica del proprio animale;
  • Patologie diagnosticate dal veterinario come otiti esterne, ovvero l’infiammazione del padiglione auricolare e del condotto uditivo esterno;
  • Presenza di parassiti, in concomitanza alla cura farmacologica consigliata dal veterinario.

COME AGIRE E QUALI PRODOTTI UTILIZZARE

Prima di passare alla pulizia vera e propria, parti con un’ispezione generale delle orecchie: la parte interna dovrebbe presentarsi di colore rosato ed essere priva di secrezioni, graffi e croste. È bene controllare anche che non vi siano corpi estranei come fili d’erba, semi o spighe di grano, né infestazioni da parassiti.

Fatto ciò, se le orecchie sono semplicemente sporche, possiamo usare una garza sterile o del cotone idrofilo inumidito con la soluzione detergente e tamponare molto delicatamente le parti esterne e interne dell’orecchio, facendo attenzione a non andare troppo in profondità. Il detergente ottimale è di natura “oleosa”; ne esistono vari tipi, facilmente reperibili in farmacia o in negozi per animali.

IMPORTANTE! Non usare mai come detergente:

  • Acqua: sviluppa un ambiente eccessivamente umido all’interno del condotto uditivo creando un ambiente favorevole alla possibile colonizzazione di microrganismi patogeni;
  • Alcool etilico: causa forti dolori e irritazioni alla mucosa del condotto uditivo esterno;
  • Cotton fioc: compattano maggiormente il cerume e possono causare lesioni anche gravi alle orecchie.

In alternativa, esistono in commercio delle apposite salviette monouso umidificate contenenti sostanze disinfettanti (la clorexidina) e lenitive (ad esempio la camomilla o l’aloe vera).

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE!

Il controllo e la pulizia periodica delle orecchie, se compiuta a intervalli regolari, metterà i nostri animaletti al riparo da eventuali infezioni che, se trascurate, rischiano di degenerare in patologie anche severe. Le più comuni sono le otiti: un processo infiammatorio che può colpire l’orecchio sia interno che esterno.

Quelle più comuni sono le otiti esterne, che si manifestano con scuotimento della testa, produzione eccessiva di cerume, rossore e prurito. L’orecchio affetto da otite può inoltre essere caldo, gonfio e sporco con un cerume denso brunastro e maleodorante. In questi casi è necessario rivolgersi subito ad un veterinario perché, se trascurate, possono provocare delle gravi infiammazioni anche nelle parti più interne.

Infine, una volta pulite le orecchie, non dimenticarti di premiare e gratificare il nostro amico a quattro zampe! Lo aiuterà ad associare questa pratica a qualcosa di positivo!

Dott.ssa Clarissa Falchi

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