La maggior parte dei morsi sono inflitti dai nostri amici a quattro zampe: i cani, e generalmente da coloro con i quali abbiamo confidenza; i gatti sono invece responsabili di una minor percentuale di casi.

Il morso si definisce come una lesione di natura traumatica che, in rapporto alle dimensioni dell’animale ed alle sue intenzioni, può essere più o meno grave. Quest’evenienza si verifica per lo più in modo accidentale, quando l’animale viene inavvertitamente infastidito: di norma, il cane o il gatto morde quando si sente minacciato o se si trova in una situazione di forte stress.

Caratteristiche  della  ferita

I gatti possono ferire con i denti e con gli artigli; i loro denti sono lunghi e sottili e possono penetrare molto in profondità. I cani sono dotati di grossi denti, in grado di provocare principalmente abrasioni superficiali o ferite penetranti, fino ad arrivare, nei casi più gravi, a lacerazione di tessuti e fratture ossee.

La gravità del morso dipende da numerosi fattori

  • dimensioni dell’animale;
  • tipo di ferita (superficiale o profonda);
  • sede del morso (gamba, collo, mano);
  • stato di salute della persona che subisce il morso di cane.

Il morso va trattato come una vera e propria ferita, in quanto può facilmente infettarsi. I patogeni presenti sui denti e sugli artigli dell’animale vengono trasferiti nei tessuti danneggiati della vittima attraverso il contatto diretto. Il rischio di incorrere in un’infezione aumenta se il morso è esteso o molto profondo, e soprattutto se deriva da un animale randagio. La persona, inoltre, è esposta al rischio di contrarre tetano e rabbia, di cui l’animale può essere portatore.

Cosa fare in caso di morso?

Dopo un morso, la prima cosa da fare è pulire accuratamente la parte lesa, con un lavaggio prolungato con acqua corrente (del rubinetto o fisiologica quando disponibile); ciò permette di eliminare il più possibile eventuali residui di sporco e batteri presenti nella ferita.  Per fermare il sanguinamento, premere sulla ferita con un panno pulito e tamponare per 1-2 minuti. Al termine, asciugare bene con garza sterile o fazzoletto pulito, quindi applicare un disinfettante e coprire con una benda o un cerotto medicato.

Quando recarsi  al Pronto Soccorso?

  • Il morso è esteso o profondo, e il sanguinamento non si arresta;
  • il morso è stato inflitto da un animale potenzialmente infetto, quindi, occorre valutare l’opportunità di eseguire la profilassi antirabbica e verificare se la vittima ha bisogno della vaccinazione antitetanica;
  • nei giorni successivi al morso l’area si presenta dolente, arrossata, calda e tumefatta;
  • dopo il morso, esordiscono sintomi sistemici, come nausea, vomito, debolezza muscolare o febbre.

Vaccinazione  antitetanica

La vaccinazione antitetanica ha una durata di 10 anni, ma il medico potrebbe valutarla, se sono trascorsi più di cinque anni dall’ultimo richiamo e se la ferita si presenta tale da motivarne il ricorso. Per i soggetti che abbiano effettuato un ciclo completo e ricevuto l’ultima dose di vaccino da più di 10 anni è raccomandata la contemporanea somministrazione, in siti di inoculo diversi di immunoglobuline specifiche e di una dose di vaccino (il ciclo non va ricominciato); per i soggetti non vaccinati il trattamento profilattico deve prevedere la contemporanea somministrazione di immunoglobuline e della prima dose di vaccino.

Vaccinazione  antirabbica

Il virus responsabile della rabbia si trasmette tramite la saliva di un animale infetto, con un periodo di incubazione che va da 20 giorni ad un anno (in media da uno a tre mesi). Il virus penetrato con il morso risale lungo i nervi periferici e raggiunge il sistema nervoso centrale dove agisce distruggendo le cellule nervose. L’animale infetto mostra diverse alterazioni di comportamento, inclusa una tipica aggressività che lo porta a mordere alla più piccola provocazione. Se si sospetta che il cane possa avere la rabbia, ma non è possibile accertarsene attraverso un periodo di osservazione, è consigliabile intervenire proprio durante il periodo di incubazione con il vaccino antirabbico. La vaccinazione scatenerà nel corpo una reazione immunitaria tale da contrastare il virus prima che ne intacchi le cellule nervose.

Va detto, comunque, che in Italia la rabbia non è assolutamente diffusa tra gli animali domestici; i rari episodi verificatisi negli ultimi anni hanno riguardato soprattutto le volpi selvatiche che popolano le regioni settentrionali, confinanti con l’Austria, la Svizzera e la Slovenia. Per questo motivo quando ci si reca in vacanza con il proprio cane in questi luoghi è bene sottoporlo preventivamente alla vaccinazione antirabbica.

Cosa fare se un cane  vuole mordere?

Se un cane appare agitato e sembra avere intenzione di mordere:

  1. Mantenere la calma ed assumere un atteggiamento tranquillo: gridare o reagire in modo esagerato, ad esempio colpendolo, è inopportuno perché l’animale si altererebbe ancor di più.
  2. Fermarsi, possibilmente di lato e non di fronte al cane (per esporre una superficie corporea minore all’eventuale attacco), ma sempre mantenendo lo sguardo vigile su di esso e tenendosi pronti alla protezione del collo e del viso. Non fare movimenti bruschi o qualsiasi altro gesto per tentare di intimorirlo; probabilmente dopo qualche minuto, richiamato dal padrone o spontaneamente indietreggerà pian piano. A questo punto, potete allontanarvi altrettanto cautamente, senza correre e senza mai voltare le spalle all’animale.

Occorre ricordare sempre di interagire con prudenza con gli animali, in particolare con quelli che non si conoscono, e dovrebbero essere evitati comportamenti che possano sorprendere, spaventare o minacciarli. Un cane, infatti, si irrita facilmente e può avere reazioni imprevedibili se si sente minacciato da un comportamento che lui considera un’invasione del suo territorio oppure viene disturbato quando sta mangiando, dormendo o allattando i propri cuccioli.

È importante anche insegnare ai bambini a non infastidire gli animali e a chiedere il permesso al padrone prima di accarezzare un cane. Infine, i bambini dovrebbero giocare con i cani, anche se ben conosciuti, sempre sotto una stretta supervisione da parte degli adulti.

Dott.ssa Clarissa Falchi

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