SVERMINAZIONE: COS’E’ E PERCHE’ È IMPORTANTE

La sverminazione dei nostri animali domestici consiste nell’eliminazione dei parassiti intestinali ed è una cura indispensabile per tutti i cuccioli, e frequente nell’età adulta. I cani sono ospiti ideali per parassiti e batteri: si rotolano, annusano, bevono e leccano ogni cosa che trovano in giro, con il rischio di contrarre vermi o parassiti. La trasmissione, infatti, avviene attraverso il contatto con cani o gatti già infetti, con le loro feci o con i roditori.

Perché è importante sverminarli regolarmente

I vermi sono una specie di parassita che può portare a disturbi gastrointestinali cronici: questo è il primo motivo per cui è necessario sverminare regolarmente i nostri amici a quattro zampe, aiutandoli a restare in salute.

Un altro aspetto importante da considerare è che all’inizio queste infezioni passano del tutto inosservate: il tuo gatto o cane sembra essere quello di sempre e tu non noti particolari segni di malattia ma l’infestazione cresce e dopo sarà necessario un trattamento più drastico per debellarla.

Particolare attenzione spetta ai cuccioli che, se non curati con medicine vermifughe, possono ammalarsi e mostrare anche una crescita più lenta; in essi possono proliferare dei vermi, i più comuni sono gli ascaridi, che vengono generalmente trasmessi dalla madre tramite il latte materno, durante il periodo dell’allattamento o addirittura prima, quando è ancora un feto. Infine, i vermi non sono un problema solo per il tuo peloso: anche gli esseri umani e gli altri animali di casa possono risultarne infestati, se il tuo cane ha i vermi. Particolarmente a rischio in questo senso sono i bambini e le persone immunodepresse.

Quando fare la sverminazione?

La prima sverminazione dei cuccioli è bene farla nei primi 20 giorni di vita per poi ripeterla ogni due settimane fino all’età di 2 mesi, quando si esegue anche un’analisi delle feci con il veterinario per evitare di correre rischi. Le sverminazioni vanno poi eseguite con regolarità e agiscono solo al momento della somministrazione dei medicinali e non hanno alcun effetto preventivo. Per proteggere il cane dalle possibili conseguenze di un’infestazione da vermi, il consiglio dei veterinari di solito è quello di far controllare le feci del proprio cane almeno quattro volte l’anno. In alternativa, puoi decidere di sverminarlo regolarmente ogni 3-4 mesi. Per quanto riguarda i gatti adulti, il consiglio è di sverminarli una volta l’anno se sono domestici, e 3-4 volte l’anno se invece si allontanano regolarmente da casa.

Come faccio a capire se il mio animale ha i vermi?

Di solito è impossibile riconoscere un’infestazione da vermi nel cane semplicemente osservando le sue feci: il cane o il gatto espelle solo uova e larve, le quali non possono essere viste ad occhio nudo; solo quando l’infestazione è già molto avanzata è possibile notare i vermi nelle feci.

Tuttavia, a mano a mano che i vermi proliferano, l’infestazione si sviluppa ed è accompagnata da sintomi piuttosto evidenti:

  • Perdita di peso anche se l’animale mangia normalmente (o anzi ha più appetito del solito come potrebbe capitare nel caso in cui sia infetto dal verme tenia)
  • Vomito
  • Diarrea
  • Cerca di grattarsi in modo insistente la zona perianale
  • È affetto da anemia e carenze nutrizionali (in questo caso diagnosticate tramite esami del sangue)
  • Se cucciolo, scarso accrescimento (pesa meno di quanto dovrebbe alla sua età).

Come si cura un cane o un gatto che ha contratto i vermi?

I farmaci contro i vermi si basano essenzialmente su principi attivi che combattono tutti gli stadi evolutivi di questi parassiti. Sono farmaci che hanno lo scopo di prevenire la formazione di vermi sessualmente maturi in grado di deporre uova. Alcuni prodotti mirano ad eliminare soltanto una specifica tipologia di vermi, altri invece agiscono ad ampio spettro e contrastano contemporaneamente tenie e nematodi; spetta al tuo veterinario decidere quale tipo di vermifugo sia più appropriato.

I farmaci esistono in diverse formulazioni: compresse, polveri o sciroppi, e vengono somministrati direttamente per via orale oppure vanno mescolati al suo cibo abituale. In alcuni casi è sufficiente una dose singola, mentre altri farmaci devono essere somministrati per più giorni consecutivi. Il dosaggio del farmaco, invece, dipende dal peso del tuo animale. Non c’è da preoccuparsi, in generale, rispetto agli effetti di questi medicinali: i trattamenti contro i vermi che sono attualmente in commercio sono di solito molto ben tollerati dai cani di tutte le razze, età e condizioni. Puoi tranquillamente somministrare un vermifugo anche ad una cagnolina in gravidanza o in fase di allattamento.

Dott.ssa Clarissa Falchi

L’ARTROSI NEL CANE

L’ARTROSI NEL CANE

L’artrosi nel cane è una condizione progressiva, che colpisce le articolazioni e le ossa, dovuta alla degenerazione della cartilagine. Si tratta di un processo degenerativo di usura abbastanza comune, diffuso soprattutto tra i cani anziani e quelli di grossa taglia.

Le cause precise sono sconosciute; la letteratura, tuttavia, riporta numerosi fattori di rischio, cioè condizioni che sembrerebbero favorire l’insorgenza di questa condizione. Ecco quali sono:

  • Età avanzata;
  • Genetica;
  • Razze grandi (es: pastori tedeschi, labrador, golden retriever);
  • Obesità;
  • Lesione dei legamenti;
  • Storia clinica di displasia di anca e/o gomito.

Sintomi dell’artrosi

Qualsiasi cambiamento evidente nella mobilità del cane è un sintomo. Potrebbe iniziare a zoppicare, avere difficoltà a correre o a saltare o persino ad alzarsi dopo un pisolino. Sono frequenti anche rigidità articolare e dolore quando accarezzato o toccato nei pressi delle articolazioni sofferenti. Si potrebbero anche osservare, inoltre, dei cambiamenti generali nel loro comportamento, come irritabilità, stanchezza continua e, a volte, persino aggressività. Questi potrebbero essere tutti segnali che il vostro animale sta soffrendo, quindi, se osservate uno di questi sintomi, è importante far valutare il vostro animale da un professionista.

Come curarla?

Attualmente, non esiste una cura per l’artrosi nel cane; questo vuol dire che non c’è un rimedio che blocchi la progressione della malattia e che ripristini la salute delle articolazioni colpite. Fortunatamente, però, è possibile controllare la sintomatologia ricorrendo a farmaci antidolorifici e antinfiammatori che riducono l’infiammazione e, indirettamente, sintomi come dolore e rigidità articolare, e di conseguenza la qualità di vita del nostro cane. È importante ricordare però che l’uso di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), tra i più prescritti in caso di artrosi, va concordato con il veterinario, soprattutto nel caso di cani con problemi epatici e/o renali.
Proprio perché si tratta di medicinali con potenziali effetti avversi, durante il loro utilizzo, è raccomandato un controllo periodico delle condizioni di salute dell’animale.

Come alleviare i dolori articolari del cane?

Per alleviare i dolori articolari del cane, è importante seguire un approccio combinato che includa:

  • la gestione del peso,
  • una dieta equilibrata,
  • l’esercizio fisico appropriato,
  • l’uso di integratori specifici.

Gestione del peso e dieta equilibrata

Il cane con artrosi dovrebbe seguire un regime alimentare sano ed equilibrato, volto al controllo del peso corporeo. Un peso eccessivo, dovuto a una dieta inappropriata, può rappresentare uno stress importante per le articolazioni, specie se già sofferenti per un danno articolare. Consulta il veterinario per capire come controllare l’apporto calorico e fare insieme un piano alimentare.

Esercizio fisico appropriato

Un esercizio fisico regolare ed equilibrato aiuta, oltre a controllare il peso corporeo, a mantenere attivo il cane e le sue articolazioni. Un cane con artrosi pregressa potrebbe avere difficoltà a svolgere attività troppo intense, quindi servono gradualità e, se possibile, il consulto di un esperto nel campo della riabilitazione e fisioterapia riferite ai cani.

Integratori protettivi per le articolazioni

Gli integratori per la salute articolare dei cani contengono sostanze specifiche come glucosamina, condroitina, acido ialuronico, MSM (metilsulfonilmetano) e Omega-3. Questi componenti lavorano insieme per favorire la lubrificazione delle articolazioni, la rigenerazione della cartilagine e la riduzione dell’infiammazione. Alcuni prodotti possono includere anche componenti antinfiammatori naturali, come l’estratto di curcuma o l’olio di pesce ricco di Omega-3, che aiutano a ridurre l’infiammazione e il dolore associati a queste patologie.

Dott.ssa Clarissa Falchi

GRAVIDANZA ISTERICA DEL CANE: DI COSA SI TRATTA?

La gravidanza isterica del cane è nota con diversi altri nomi: gravidanza fantasma, pseudogravidanza, falsa gravidanza del cane.

La pseudogravidanza del cane è una condizione particolare in cui un cane femmina fertile manifesta sintomi e comportamenti tipici della gravidanza, senza però essere effettivamente incinta, e può verificarsi indipendentemente dal fatto che l’animale abbia avuto rapporti sessuali.

La gravidanza isterica nel cane è un fenomeno che si manifesta in una fase specifica del ciclo estrale (ovvero il “calore”), chiamata “diestro”. In questa fase si verifica un calo della concentrazione del progesterone e un aumento della concentrazione di prolattina (l’ormone della lattazione), e ciò avviene in modo analogo nell’animale gravido, motivo per cui non è facile distinguere una cagna gravida da una in pseudogravidanza ricorrendo al solo esame fisico o analizzandone la sintomatologia.

Le cause

Il fenomeno della gravidanza isterica nel cane è connesso a cambiamenti ormonali: con l’inizio del calore (o “estro”), le ovaie del cane intensificano la produzione di progesterone, un ormone sessuale che serve a preparare l’utero ad accogliere e accrescere i feti in caso di gravidanza. Nella normalità, se la cagnolina rimane incinta, la produzione ormonale rimane elevata fino al termine della gravidanza; se invece la cagnolina non rimane incinta, il processo si interrompe e gli ormoni cominciano a calare dopo 4-6 settimane. Può succedere, tuttavia, che l’innalzamento dei livelli ormonali si presenta con caratteristiche tali da simulare quello osservato in caso di gravidanza, ragion per cui il cane comincia a manifestare tutti i sintomi connessi a questo evento. Poiché per l’organismo dell’animale tutto ricorda una vera gestazione (anche se non lo è), nel momento in cui gli ormoni calano com’è naturale che sia, sussistono tutte le condizioni perché si verifichino anche un falso travaglio (dopo una falsa gravidanza) e di conseguenza l’aumento della produzione della prolattina, ormone che induce la produzione di latte dalle ghiandole mammarie, da cui l’ingrossamento delle mammelle nella cagnolina. Nonostante i numerosi studi a riguardo, la causa precisa del fenomeno della gravidanza isterica del cane rimane un mistero.

Sintomi e Segni

In genere, i segni della gravidanza isterica del cane compaiono tra la sesta e la dodicesima settimana dopo il calore e si mantengono per 1-3 settimane.

I sintomi sono quelli di una gravidanza vera e propria e si possono distinguere in segni fisici e manifestazioni comportamentali.

  • Ingrossamento delle mammelle e produzione di latte
  • Perdita di peso
  • Perdite vulvari

Tra i segni fisici, prevalgono:

Tra le manifestazioni comportamentali, invece, rientrano:

  • Irrequietezza
  • Bassa energia e calo d’interesse per l’attività fisica
  • Disappetenza
  • Preparazione di una cuccia in cui accogliere i cuccioli una volta partorito
  • Tendenza a portare i giochi nella cuccia e ad accudirli come farebbe con una madre con i piccoli
Come si riconosce la falsa gravidanza nel cane?

Per formulare una diagnosi, il veterinario si basa su diversi tipi di informazioni. Prima di tutto valuta i tempi di comparsa dei sintomi rispetto alla fase del calore, poi raccoglie le osservazioni del proprietario sul comportamento del cane e quindi fa un esame clinico.

In certi casi, quando è opportuno, il veterinario sottopone il cane ad un’ecografia per verificare se non si tratti di un’effettiva gravidanza o esegue un prelievo del sangue per individuare l’eventuale presenza di relaxina, un ormone che si trova nel sangue di una cagnolina incinta già a partire dal 21° giorno di gestazione. In caso di gravidanza isterica, ovviamente, il livello di relaxina è zero.

Terapia

I casi lievi di gravidanza isterica del cane non richiedono alcun trattamento, poiché la condizione si esaurisce spontaneamente senza problemi nel giro di 21 giorni al massimo.

I casi più gravi, ossia quelli in cui i sintomi sono severi e il cane avverte forte malessere, richiedono un trattamento specifico: in questo caso il medico prescrive farmaci per inibire la produzione di prolattina e, quindi, ridurre i fastidiosi sintomi.

È importante non stimolare i capezzoli dell’animale ed evitare che l’animale stesso si lecchi la zona delle mammelle, perché ciò induce la produzione di latte. Se dovesse risultare difficile, è sufficiente far indossare al cane un body chirurgico o un collare di protezione.

Come prevenire la gravidanza isterica del cane?

Ci sono cani maggiormente propensi alla gravidanza isterica; addirittura, alcune cagnoline non sterilizzate tendono a sviluppare una falsa gravidanza a ogni ciclo di calore!

La sterilizzazione è l’unico modo per prevenire con certezza la gravidanza isterica del cane: questo intervento, infatti, impedisce il ciclo di calore e di conseguenza la produzione ormonale.

È importante che la sterilizzazione non avvenga durante una falsa gravidanza, bensì nel periodo che intercorre tra un ciclo di calore e il successivo (periodo dell’”anestro”). Come sempre, per qualsiasi dubbio o consiglio è bene rivolgersi al proprio veterinario di fiducia.

Dott.ssa Clarissa Falchi

CHE PAURA I FUOCHI D’ARTIFICIO!

Giunti alle festività, cosa c’è di più bello ed emozionante che vedere esplosioni di luci e colori? Proprio così, stiamo parlando dei fuochi d’artificio! Benché la maggior parte delle persone li apprezzino, per gli animali si tratta di una vera e propria fonte di paura. I fuochi d’artificio possono infatti essere causa di spavento e stress per gli animali, poiché sono improvvisi e molto rumorosi. La paura che ne deriva è sì un problema dal punto di vista psicologico, ma può anche avere effetti sulla loro sicurezza, quando, in un momento di forte ansia e panico, possono ferirsi, causare incidenti e perdere la vita nel tentativo di fuggire o nascondersi dagli scoppi. Inoltre, poiché l’uso dei fuochi d’artificio è occasionale, intermittente ed infrequente, è difficile che gli animali si abituino a questo tipo di frastuono!

QUALI DANNI NE DERIVANO?

I rumori violenti, improvvisi e assordanti dei fuochi d’artificio provocano negli animali non solo paura e ansia ma, essendo una condizione di forte apprensione, può causare anche malesseri fisici. Ma, nel concreto, quali sono i rischi e i possibili danni di cui bisogna essere a conoscenza? Eccone qui alcuni:

  • Danni  all’udito:  cani e gatti e tutti gli animali in genere, possiedono un apparato uditivo estremamente sviluppato e delicato; i cani sono in grado di sentire fino a 60.000 Hertz, mentre gli umani non possono sentire nulla al di sopra dei 20.000 Hertz, ovvero solo un terzo rispetto ai cani. Quindi un rumore che per noi è a malapena udibile a 4 metri di distanza, risulta chiaro e nitido per un cane che si trova a 25 metri dalla stessa sorgente. Data l’elevata sensibilità uditiva, cani e gatti sono in grado di avvertire i rumori dei botti in maniera molto più amplificata degli umani e, se il frastuono dei giochi pirotecnici è molto forte (superando i 140 decibel) questo potrebbe causare la perdita permanente dell’udito del cane o addirittura l’acufene, ovvero una patologia che porta ad avvertire continuamente dei fischi alle orecchie.
  • Timore e agitazione:: l’esposizione a rumori forti potrebbe causare ansia, preoccupazioni, stress o paura negli animali, rendendoli molto più nervosi del normale.
  • Abbaio continuo:  si, anche questo è un possibile danno collaterale. Si tratta di una reazione istintiva dovuta al trauma dei petardi, che porta l’animale ad abbaiare continuamente come sorta di meccanismo di difesa davanti a potenziali pericoli.
  • Avvelenamenti da composti chimici dei giochi pirotecnici: oltre a danneggiare l’udito, le componenti chimiche dei petardi può danneggiare la salute dei nostri animali. Ciò avviene perché si corre il rischio che gli animali possano ingerire le rimanenze degli articoli pirotecnici, introducendo inconsapevolmente all’interno del loro organismo polveri, tossine e altre componenti tossiche.

COME SI MANIFESTA NELL’IMMEDIATO LA PAURA?

Sono tanti i comportamenti di paura nei cani e nei gatti che si verificano in queste situazioni. Sono i più svariati e ogni animale tenderà a manifestarli uno o più, in maniera più o meno pronunciata. Ecco i più frequenti:

  • Tremore
  • Ipersalivazione
  • Respiro più frequente
  • Dilatazione delle pupille
  • Propensione a nascondersi e a fuggire via
  • Abbaio compulsivo
  • Reazioni aggressive
  • Rifiuto del cibo
  • Continua richiesta di attenzione

I gatti, invece, durante i fuochi d’artificio, tendono a nascondersi; quindi, è più difficile per i proprietari riconoscere la gravità dello stato di stress.

COME PROTEGGERLI? CONSIGLI PRATICI PER TUTERARLI

Esistono molti accorgimenti che si possono adottare per aiutare gli animali ad affrontare i fuochi d’artificio:

  • portalo il più lontano possibile dai festeggiamenti oppure organizza una gita fuoriporta per trascorrere il Capodanno lontano dai centri urbani e dai rumori forti e improvvisi;
  • durante le passeggiate tieni il cane sempre al guinzaglio, onde evitare fughe dettate dalla paura, magari anticipando la passeggiata serale al primo pomeriggio;
  • non lasciarlo in giardino e non tenerlo legato; fallo entrare in casa anche se abitualmente vive all’esterno, così facendo è impossibile che riesca a fuggire;
  • lascia che in casa si rifugi dove preferisce, anche se si tratta di un luogo che normalmente gli è “vietato”;
  • tieni alto il volume della televisione in modo che venga attutito il rumore dei botti proveniente dall’esterno, chiudi le finestre e le persiane;
  • stagli vicino: un animale spaventato potrebbe avere reazioni incontrollate e ferirsi, quindi è necessario che tu gli stia sempre accanto, distraendolo con giochi e bocconcini e mostrando che non c’è nulla di cui preoccuparsi.

E se resta a casa da solo?

  • Lascia almeno una luce accesa;
  • lascia le porte aperte o almeno due stanze a disposizione;
  • non lasciare oggetti in giro che possono ferirlo;
  • lasciare a disposizione i giochi e qualcosa da rosicchiare;
  • se si tratta di un gatto, chiudilo in un ambiente tranquillo, possibilmente chiudendo anche le finestre per attutire suoni e bagliori.

Adesso che conosciamo i rischi legati ai fuochi d’artificio, andiamo a festeggiare, ma senza esagerare!

Dott.ssa Clarissa Falchi

MORSI DI ANIMALI

La maggior parte dei morsi sono inflitti dai nostri amici a quattro zampe: i cani, e generalmente da coloro con i quali abbiamo confidenza; i gatti sono invece responsabili di una minor percentuale di casi.

Il morso si definisce come una lesione di natura traumatica che, in rapporto alle dimensioni dell’animale ed alle sue intenzioni, può essere più o meno grave. Quest’evenienza si verifica per lo più in modo accidentale, quando l’animale viene inavvertitamente infastidito: di norma, il cane o il gatto morde quando si sente minacciato o se si trova in una situazione di forte stress.

Caratteristiche  della  ferita

I gatti possono ferire con i denti e con gli artigli; i loro denti sono lunghi e sottili e possono penetrare molto in profondità. I cani sono dotati di grossi denti, in grado di provocare principalmente abrasioni superficiali o ferite penetranti, fino ad arrivare, nei casi più gravi, a lacerazione di tessuti e fratture ossee.

La gravità del morso dipende da numerosi fattori

  • dimensioni dell’animale;
  • tipo di ferita (superficiale o profonda);
  • sede del morso (gamba, collo, mano);
  • stato di salute della persona che subisce il morso di cane.

Il morso va trattato come una vera e propria ferita, in quanto può facilmente infettarsi. I patogeni presenti sui denti e sugli artigli dell’animale vengono trasferiti nei tessuti danneggiati della vittima attraverso il contatto diretto. Il rischio di incorrere in un’infezione aumenta se il morso è esteso o molto profondo, e soprattutto se deriva da un animale randagio. La persona, inoltre, è esposta al rischio di contrarre tetano e rabbia, di cui l’animale può essere portatore.

Cosa fare in caso di morso?

Dopo un morso, la prima cosa da fare è pulire accuratamente la parte lesa, con un lavaggio prolungato con acqua corrente (del rubinetto o fisiologica quando disponibile); ciò permette di eliminare il più possibile eventuali residui di sporco e batteri presenti nella ferita.  Per fermare il sanguinamento, premere sulla ferita con un panno pulito e tamponare per 1-2 minuti. Al termine, asciugare bene con garza sterile o fazzoletto pulito, quindi applicare un disinfettante e coprire con una benda o un cerotto medicato.

Quando recarsi  al Pronto Soccorso?

  • Il morso è esteso o profondo, e il sanguinamento non si arresta;
  • il morso è stato inflitto da un animale potenzialmente infetto, quindi, occorre valutare l’opportunità di eseguire la profilassi antirabbica e verificare se la vittima ha bisogno della vaccinazione antitetanica;
  • nei giorni successivi al morso l’area si presenta dolente, arrossata, calda e tumefatta;
  • dopo il morso, esordiscono sintomi sistemici, come nausea, vomito, debolezza muscolare o febbre.

Vaccinazione  antitetanica

La vaccinazione antitetanica ha una durata di 10 anni, ma il medico potrebbe valutarla, se sono trascorsi più di cinque anni dall’ultimo richiamo e se la ferita si presenta tale da motivarne il ricorso. Per i soggetti che abbiano effettuato un ciclo completo e ricevuto l’ultima dose di vaccino da più di 10 anni è raccomandata la contemporanea somministrazione, in siti di inoculo diversi di immunoglobuline specifiche e di una dose di vaccino (il ciclo non va ricominciato); per i soggetti non vaccinati il trattamento profilattico deve prevedere la contemporanea somministrazione di immunoglobuline e della prima dose di vaccino.

Vaccinazione  antirabbica

Il virus responsabile della rabbia si trasmette tramite la saliva di un animale infetto, con un periodo di incubazione che va da 20 giorni ad un anno (in media da uno a tre mesi). Il virus penetrato con il morso risale lungo i nervi periferici e raggiunge il sistema nervoso centrale dove agisce distruggendo le cellule nervose. L’animale infetto mostra diverse alterazioni di comportamento, inclusa una tipica aggressività che lo porta a mordere alla più piccola provocazione. Se si sospetta che il cane possa avere la rabbia, ma non è possibile accertarsene attraverso un periodo di osservazione, è consigliabile intervenire proprio durante il periodo di incubazione con il vaccino antirabbico. La vaccinazione scatenerà nel corpo una reazione immunitaria tale da contrastare il virus prima che ne intacchi le cellule nervose.

Va detto, comunque, che in Italia la rabbia non è assolutamente diffusa tra gli animali domestici; i rari episodi verificatisi negli ultimi anni hanno riguardato soprattutto le volpi selvatiche che popolano le regioni settentrionali, confinanti con l’Austria, la Svizzera e la Slovenia. Per questo motivo quando ci si reca in vacanza con il proprio cane in questi luoghi è bene sottoporlo preventivamente alla vaccinazione antirabbica.

Cosa fare se un cane  vuole mordere?

Se un cane appare agitato e sembra avere intenzione di mordere:

  1. Mantenere la calma ed assumere un atteggiamento tranquillo: gridare o reagire in modo esagerato, ad esempio colpendolo, è inopportuno perché l’animale si altererebbe ancor di più.
  2. Fermarsi, possibilmente di lato e non di fronte al cane (per esporre una superficie corporea minore all’eventuale attacco), ma sempre mantenendo lo sguardo vigile su di esso e tenendosi pronti alla protezione del collo e del viso. Non fare movimenti bruschi o qualsiasi altro gesto per tentare di intimorirlo; probabilmente dopo qualche minuto, richiamato dal padrone o spontaneamente indietreggerà pian piano. A questo punto, potete allontanarvi altrettanto cautamente, senza correre e senza mai voltare le spalle all’animale.

Occorre ricordare sempre di interagire con prudenza con gli animali, in particolare con quelli che non si conoscono, e dovrebbero essere evitati comportamenti che possano sorprendere, spaventare o minacciarli. Un cane, infatti, si irrita facilmente e può avere reazioni imprevedibili se si sente minacciato da un comportamento che lui considera un’invasione del suo territorio oppure viene disturbato quando sta mangiando, dormendo o allattando i propri cuccioli.

È importante anche insegnare ai bambini a non infastidire gli animali e a chiedere il permesso al padrone prima di accarezzare un cane. Infine, i bambini dovrebbero giocare con i cani, anche se ben conosciuti, sempre sotto una stretta supervisione da parte degli adulti.

Dott.ssa Clarissa Falchi

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