Cos’è?

Il glaucoma è una malattia oculare correlata generalmente a una pressione dell’occhio troppo elevata. Secondo l’OMS ne sono affette circa 55 milioni di persone nel mondo. Si tratta della seconda causa di cecità a livello planetario dopo la cataratta, ma è la prima a carattere irreversibile.

In Italia si stima che colpisca circa un milione di persone ma la metà di esse non ne sarebbero a conoscenza perché non effettuano visite oculistiche periodiche complete (con controllo del fondo oculare, del tono ovvero della pressione oculare e del campo visivo).

La disabilità visiva provocata dal glaucoma si può prevenire purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente.

Il glaucoma può comparire in qualsiasi età ma è 6 volte più comune superati i 60 anni.

I fattori di rischio sono:

  • età superiore ai 40 anni;
  • familiari affetti (attualmente o in passato) da questa malattia;
  • miopia o ipermetropia;
  • diabete;
  • ipertensione arteriosa;
  • uso prolungato di corticosteroidi;
  • trauma oculare o un intervento chirurgico oculare.

Come si produce l’aumento della pressione oculare?

In condizioni normali all’interno dell’occhio è presente un liquido (umore acqueo) che viene continuamente prodotto e riassorbito. Pertanto, l’occhio si può paragonare a un piccolo serbatoio con un rubinetto e una via di deflusso sempre aperti.

Se quest’ultimo è però ostruita si avrà un aumento di pressione all’interno del serbatoio ovvero una maggiore pressione intraoculare. Se la pressione è troppo elevata a lungo andare il bulbo oculare si danneggia a livello della testa del nervo ottico (che si trova nella zona centrale della retina).

Dato che si tratta di danni irreversibili, è fondamentale evitarli mediante un’opportuna terapia.

Come si produce il danno alla vista?

Noi percepiamo un oggetto che fissiamo insieme a tutto ciò che lo circonda: l’area complessivamente percepita costituisce il campo visivo. L’immagine viene trasmessa dalla retina al cervello tramite il nervo ottico, che si può paragonare a un cavo elettrico contenente milioni di fili. Ciascuno di essi trasporta le immagini relative a una parte del campo visivo: le traduzioni di questi segnali bioelettrici vanno a costituire l’immagine nella sua interezza.

Tuttavia, l’aumento della pressione danneggia irreparabilmente i neuroni che trasportano il segnale bioelettrico; dunque è come se si logorassero. Inizialmente il danno colpisce i “fili” che trasportano le immagini relative alla periferia del campo visivo: chi è malato continua a vedere l’oggetto che fissa, ma non si accorge che l’area visiva periferica si sta riducendo progressivamente (con perdita della visione laterale). Da ultimo vengono lesi anche i “fili” che provengono da quella zona della retina con cui si fissano gli oggetti (macula) e, se il glaucoma non viene trattato con successo, si riduce l’acuità visiva fino alla cecità completa (danno del fascio di fibre nervose papillo-maculari).

Esistono due tipi di glaucoma:

Glaucoma cronico ad angolo aperto: è la forma più frequente di glaucoma (circa l’80% dei casi). Si verifica in seguito a un ostacolo che incontra l’umor acqueo nel defluire. Si sviluppa lentamente e in genere non dà sintomi, per cui ci si può rendere conto di essere malati solo quando il danno al nervo ottico è già giunto a uno stadio avanzato.

Glaucoma acuto ad angolo chiuso: l’iride può chiudere improvvisamente lo “scarico” (occlusione dell’angolo irido-corneale), causando un rapido aumento della pressione intraoculare nel caso della forma detta ad “angolo stretto”. Quest’improvviso incremento pressorio, chiamato attacco acuto di glaucoma, è molto grave: se non curato tempestivamente può portare a cecità in breve tempo.

I sintomi principali sono:

Ulteriore distinzione viene fatta tra:

glaucoma congenito, in questa forma della patologia oculare il sistema di drenaggio è “cattivo” sin dalla nascita;

glaucoma secondario: in questa forma delle patologia l’ostacolo al deflusso è un effetto secondario di alcune malattie (fra cui il diabete e le trombosi retiniche), dell’uso di alcuni farmaci, passando per emorragie, tumori e stati infiammatori.

Diagnosi

L’unico modo per effettuare una diagnosi precoce di glaucoma è sottoporsi a una visita oculistica completa. Nel corso della visita i parametri che devono essere controllati sono essenzialmente:

  • Misurazione della pressione oculare;
  • Valutazione del nervo ottico;
  • Esame del campo visivo;
  • Gonioscopia;
  • Misurazione delle cornee.

Il medico misura la pressione oculare. Tale misurazione è indolore e si effettua con uno strumento chiamato tonometro. I valori della pressione oculare normali rientrano nell’intervallo di 11-21 millimetri di mercurio (mmHg). Solitamente, valori della pressione oculare superiori a 21 mmHg sono considerati superiori alla norma.

Tuttavia la misurazione della pressione oculare non è sufficiente, poiché un terzo o più dei pazienti affetti da glaucoma presenta una pressione oculare normale e alcune persone hanno una pressione oculare elevata che non è causata dal glaucoma. Quindi, il medico si serve anche di un oftalmoscopio e talvolta di altri strumenti, come la tomografia a coerenza ottica, per ricercare alterazioni del nervo ottico che indicano un danno causato dal glaucoma.

L’identificazione precoce del glaucoma, anche attraverso procedure di screening, così come la sua cura tempestiva sono fattori essenziali nella prevenzione dei danni alla vista permanenti prodotti da tale malattia.

Dott. Fabio Campinoti

Sitografia:

https://www.msdmanuals.com/

https://www.iapb.it/

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